Un settore che è già stato investito dalla transizione «green» e che dovrà accelerare ulteriormente nei prossimi anni, per stare al passo delle nuove direttive comunitarie. L'edilizia è direttamente coinvolta negli investimenti sostenibili, come già dimostrato dall'impatto del Superbonus, e vuole recitare un ruolo di primo piano anche in futuro.
«La direzione assunta dal mercato risponde
non solo ai dettami della Comunità Europea, ma ad una necessità condivisa: contenere e azzerare le emissioni di anidride carbonica che si ascrivono al patrimonio immobiliare durante l'intero ciclo di vita di un edificio – sottolinea una nota di Ance -. Inoltre, positive ricadute si riscontrano anche nell’aumento del comfort abitativo, con una diminuzione delle spese di riscaldamento e raffrescamento e nell’allentamento della dipendenza dalle forniture di combustibili fossili da Paesi politicamente instabili». Il testo della direttiva europea Energy Performance of Building Directive (Epdb), che prevede il passaggio di tutti gli edifici residenziali alla classe energetica E entro il 2030 e D entro il 2033, si traduce in un programma serrato di interventi «irrealisticamente applicabile nel nostro Paese, dove circa il 60% delle case ricade nelle classi più energivore (G e F) – puntualizza il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi -. Nonostante il probabile aggiornamento delle classi, la necessità di intervenire sul patrimonio edilizio sta influenzando il mercato immobiliare e sicuramente lo farà in modo più insistente in futuro, ma è necessario che il provvedimento sia calato nella realtà italiana per essere attuabile».
Secondo le stime Ance, per migliorare
le prestazioni energetiche del 15% del patrimonio immobiliare italiano più energivoro occorrerebbe ristrutturare 1,8 milioni di edifici in dieci anni, ossia 180mila interventi all’anno da oggi sino al 2033. Un ritmo sostenuto, che preoccupa in un contesto caratterizzato da lente procedure amministrative per l'avvio dei cantieri, mancanza di manodopera e innalzamento dei prezzi. Per fare un confronto, è la stessa media di interventi di ristrutturazione che sono stati fatti in Italia nel 2021 e 2022, grazie alla spinta del Superbonus 110%. Tra il 2018 e il 2020, la media è stata di 2.900 interventi all’anno. «Gli incentivi permettono di accelerare la transizione. Nella provincia bresciana l’impatto creato dal 110% ha incrementato gli investimenti che sono passati dai 286 milioni del 2008, agli 813 del 2018, saliti rispettivamente a 838 e 833 milioni nel 2019 e nel 2020, raddoppiati a 1,923 miliardi nel 2021 e a 2,3 miliardi nel 2022», spiega Ance, per un valore della produzione tornato ai livelli pre 2008. «Il Superbonus ha dato una forte spinta al mercato e ha sensibilizzato la cittadinanza sui concetti di edilizia green e di riqualificazione del parco immobiliare – chiosa Deldossi -. Tendenza che detta anche le dinamiche di un mercato sempre più orientato ad investire solo su edifici con alte prestazioni energetiche. Ma occorrono stabilità delle normative e visioni a lungo termine, non solo basate sul reddito, ma associate a sistemi premianti a seconda dell’importanza degli interventi».
«Edifici green Norme stabili per favorire il cambiamento»
