La sfida della sostenibilità ambientale è iscritta nel Dna della Leonessa e segnerà il suo cammino verso il futuro. A esserne certo è il vicesindaco con delega alle Politiche della Mobilità Federico Manzoni, ospite martedì mattina all’Accademia Laba Brescia di via Don Vender per aprire la giornata dedicata ai temi del riuso, del riciclo e della mobilità dolce promossa dal Gruppo Athesis e Bresciaoggi nell’ambito del progetto Agenda Sostenibilità. Incalzato dal vicedirettore della nostra testata Alberto Bollis, il numero due in Loggia ha legato la questione sostenibilità all’impegno assunto dall’attuale amministrazione per promuovere esempi di rigenerazione urbana e migliorare a medio e lungo termine la qualità della vita di cittadini e cittadine.
L’approccio
Per descrivere l’interesse che la città ha nel tempo maturato nei confronti di una materia centrale per il benessere della collettività, Manzoni ha fatto riferimento al ruolo precursore giocato da Brescia in passato. «È stato il primo centro urbano in Italia a dotarsi di un impianto di teleriscaldamento per servire non soltanto edifici pubblici ma anche abitazioni private e ha fatto scuola per quanto riguarda il termoutilizzatore e poi per la linea di metropolitana leggera all’avanguardia», ha precisato il vicesindaco, sottolineando la continuità e la coerenza dei prossimi investimenti. «Con l’arrivo del tram, tra sei anni, Brescia sarà una delle cinque città italiane ad essere servita dalla ferrovia ad alta velocità, da una metropolitana e da una linea tranviaria», ha chiarito, ricordando la centralità di scelte «che consentiranno alle generazioni che verranno di vivere meglio». Il percorso sostenibile tra ispirazione da uno dei concetti cardine della sostenibilità ambientale, economica e sociale. «Non possiamo penalizzare i nostri figli e i nostri nipoti per colpa di azioni sbagliate commesse oggi — ha ricordato agli studenti Manzoni —, perciò ciascun individuo, e a maggior ragione un amministratore pubblico, deve lavorare per lasciare il mondo migliore di come lo ha ereditato, o comunque non peggiore». E ciò vale ancora di più in un’epoca di crescente consapevolezza dei rischi connessi allo sfruttamento indiscriminato di risorse, all’inquinamento di aria, acqua e terra e a modelli di consumo che non tengono conto della fragilità dell’ecosistema. «La nostra responsabilità — ha ammesso — aumenta con l’aumentare di persone che vogliono ridurre la propria impronta ecologica facendo attenzione a come si muovono, a cosa acquistano e a cosa mangiano». Oltre al tema della mobilità, Manzoni ha citato la serie di interventi messi in atto nei precedenti mandati e riconfermati dalla Giunta Castelletti per prevenire il dissesto idrogeologico, mettere in sicurezza argini e torrenti e ridurre il più possibile gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. «Fenomeni estremi non riguardano più soltanto le aree tropicali ma sono diventati realtà anche alle nostre latitudini», ha fatto notare il relatore istituzionale. In questo senso spicca il progetto Un Filo Naturale, approvato dal Comune nel 2021 con il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia per mettere in atto alcune efficaci strategie di transizione climatica tramite strumenti programmatici flessibili di durata trentennale nonché attraverso adeguate campagne conoscitive rivoltella popolazione. «Operazioni di mitigazione e adattamento al clima che cambia saranno pianificate allo scopo di promuovere una Città Oasi, capace di migliorare il microclima urbano per la salute dei suoi abitanti, una Città Spugna che sappia spazio e tempo all’acqua, rendere i suoli permeabili e in grado di accogliere la vita, ed infine una Città per le persone aperta, inclusiva, in grado di difendere il diritto alla salute e office spazi vivibili», ha illustrato Manzoni. Rientrano in quest’ordine di interventi la creazione di barriere idrauliche per contenere eventuali piene torrentizie, la pulizia regolare dei fossi, la piantumazione di specie arboree resistenti a prolungati periodi di siccità o a improvvise piogge torrenziali, e interventi di depavimentazione o rinaturalizzazione di aree abbandonate volti a favorire la proliferazione della biodiversità e la riqualificazione e salvaguardia dei terreni agricoli o boschivi. «Durante questo percorso — ha ammesso il vicesindaco — si incontreranno ovvie resistenze, ma è necessario chiedere il contributo di ciascuno e saper presentare i vantaggi di un ecosistema più salubre e tutelato. Vi invito a sentirvi ingaggiati e a portare avanti, con il vostro percorso di studio e la vostra futura professione, la sfida per una sostenibilità sempre più concreta».