Non il futuro, ma il presente. La finanza sostenibile, secondo Paolo Streparava, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza e Fisco, è già a disposizione delle imprese e potrà accelerare la transizione verso un mondo più «green», anche se non mancano le perplessità: prima tra tutte, la mancanza di una linea strategica mondiale.
Qual è il ruolo della «finanza sostenibile» per le imprese oggi?
«Incentivare e accelerare l’ormai necessaria transizione, dando una spinta alle nostre aziende per restare competitive su mercati che, sempre più, incorporano rischi e opportunità legati a dinamiche di sostenibilità, nella costruzione del valore d’azienda e nella definizione delle filiere. Gli strumenti non mancano: Green Bond, Garanzie Green, linee di finanziamento dedicate e misure agevolative ad hoc».
Quanto pesano gli investimenti "green" per il Made in Brescia?
«Per il momento è difficile quantificarli, servirebbe definire un perimetro comune. Ma una cosa è certa: il Made in Bs è in prima linea. L’anno scorso, insieme all’Università Cattolica, abbiamo presentato l’Osservatorio Imprese Sostenibili: dai dati è emerso che già oggi – tra le aziende che comunicano le loro azioni – il bilancio di sostenibilità è lo strumento più diffuso (50%). Bene, ma c’è ancora da lavorare».
Come si stanno attrezzando le aziende per rispondere alle richieste degli istituti di credito in materia Esg?
«Riscontriamo un’importante attenzione e richiesta di formazione e informazione sull’evoluzione normativa e sugli impatti legati ai driver Esg. Gli istituti di credito hanno rafforzato il dialogo con il sistema industriale per definire strumenti operativi in grado di facilitare la transizione. Inoltre, alcune aziende hanno iniziato ad acquisire competenze altamente specializzate per facilitare la cultura di sostenibilità e guidare la transizione sui principali processi aziendali».
Si moltiplicano le Dnf redatte dalle aziende su base volontaria anche nel Bresciano: si tratta di una strategia necessaria anche per accedere a nuove forme di finanziamento e attrarre nuovi investitori?
«Vero. Le Dichiarazioni non Finanziarie, pur non rappresentando per molte delle aziende un obbligo di legge, vengono adottate con diversi gradi di profondità per descrivere gli aspetti sociali e ambientali legati all’azienda, e quale importante strumento di dialogo con i propri partner commerciali e finanziari e con i mercati. Una sensibilità che si sta sempre più diffondendo e che, come Confindustria Brescia, non possiamo che sostenere».
La finanza sostenibile sarà il futuro, come sembrano indicare le strategie dell'Unione Europea?
«È già il presente. La necessità delle aziende di strutturarsi sui temi legati alla sostenibilità rappresenta una condizione imprescindibile: questa transizione porta opportunità, ma anche rischi e anche la finanza è profondamente coinvolta nel sostenere questo cambio di paradigma. L’Europa si sta ponendo importanti obiettivi per un futuro sempre più sostenibile: auspichiamo che anche il resto del mondo si allinei presto a questi nuovi standard».
«Il made in Bs non può più ignorare la transizione»
