Come devono rapportarsi gli utenti di fronte alle opportunità della finanza «green?». Le associazioni dei consumatori bresciane stanno valutando bene quali risposte fornire: «C’è un crescente interesse degli investitori verso i green bond, che è del tutto giustificato, sia per l’affidabilità dei principali istituti emittenti, a partire dal Tesoro con interessanti Btp Green, sia per i rendimenti, sia per i vincoli di destinazione dei capitali raccolti ed i controlli annuali sulla gestione dei portafogli – valuta Fabio Scozzesi, della Lega Consumatori Acli bresciane - . Si tratta di prodotti finanziari che necessitano delle normali cautele verso i prestiti obbligazionari ed i relativi rischi». Romano Rebuschi presidente di Federconsumatori Cgil consiglia però molta attenzione anche nel «green»: «Non ci sono dubbi sul fatto che ci siano speculazioni, per esempio non riusciamo ad avere una sola trasparenza finale di quelli che sono i costi delle produzioni energetiche e del gas, non si riesce ad andare al punto di acquisto. Le opportunità che ci sono oggi, vanno viste per ciò che sono: chi sta vendendo cerca di fare business, chi sta acquistando deve fare di tutto perchè questo business non gli sia troppo dannoso. In questo momento non ci sono elementi per dire che un prodotto finanziario ha più garanzie rispetto ad altri, con dei distinguo verso realtà più attente, quelle che hanno un indirizzo sociale più accentuato rispetto ad altre e che quindi hanno dei valori con cui confrontarsi, per esempio Banca etica». Per quel che riguarda i suggerimenti Rebuschi è chiaro: «In questo momento, con le banche che hanno tassi e mutui così alti, consiglio di fare bene le proprie valutazioni approfondite, anche in merito alle concessioni finanziarie agevolate, ricordando che nessuna agevolazione è gratuita: tutte arrivano dalla comunità, sono frutto di azioni politiche quindi con finanziamenti generalizzati. L’intervento è certamente un’opportunità per l’ambiente, con un possibile ritorno per le nuove generazioni: è un investimento sociale. Tuttavia io aspetterei».
In tema di futuro pare proprio che lo scenario
sia quello delle comunità energetiche rinnovabili; un futuro non prossimo, soprattutto in Italia, dove, vicenda Supebonus docet, le norme cambiano ogni mese facendo impazzire operatori e utenti. Eppure da un paio di anni stanno prendendo corpo le comunità energetiche rinnovabili, che sono un entità giuridica a se stante, di solito promossa dai Comuni. Il sistema che si sta concretizzato (si è in fase di finalizzazione delle regole) prevede che un gruppo di utenti si metta d’accordo: un singolo produce energia con il proprio impianto fotovoltaico e condivide con gli altri che stanno nella sua cabina elettrica (realtà territoriale, non a livello di quartiere o via). Lo Stato finanzia ogni kilowattora che viene prodotto e consumato nella comunità energetiche rinnovabili e così aiuta a rientrare nei costi dell’investimento. Lo Stato sta aiutando a finanziare questo uscendo un po’ dai meccanismi del finanziamento tramite le banche.
«Ok l’interesse ma serve sempre l’attenzione»
