di IRENE PANIGHETTI

«Va ricercato l’equilibrio tra sostegno e profitto»

12 mag 2023
La sostenibilià è un fine che va ricercato: ma secondo Legambiente ci deve essere equilibrio tra necessità di profitto e attenzione ai cittadiniIsaac Scaramella (Legambiente Brescia) La sostenibilià è un fine che va ricercato: ma secondo Legambiente ci deve essere equilibrio tra necessità di profitto e attenzione ai cittadiniIsaac Scaramella (Legambiente Brescia)

La finanza «green» è una realtà nuova, da guardare con interessa ma cautela, soprattutto visto il «precedente del Superbous quando inizialmente sembrava che le banche si tenessero fuori ma poi hanno fiutato la grande possibilità di fare business e oggi offrono condizioni pessime - ammonisce Isaac Scaramella, ingegnere fondatore dello studio di architettura e ingegneria Green Lab e di Legambiente Brescia -. L’esperienza del Superbonus ci insegna che, dal punto di vista economico e finanziario, l’investimento sull’efficienza energetica attrae interessi e capitali. Dal punto di vista degli utenti il vulnus sta nella liquidità iniziale. Fare investimenti di efficienza energetica è qualcosa che nel medio e lungo periodo ripaga sempre, ma c’è sempre blocco della liquidità iniziale. E qui entrano in scena gli enti finanziari. La sfida è per chi regolamenta: chi fa le leggi deve far si che non diventi un fenomeno speculativo, cioè non deve succedere quello che sta succedendo con il Superbonus».

Sacaramella ha uno sguardo etico, oltre che tecnico: «Sicuramente c’è il tentativo di massimizzare il profitto ma è difficile capire quanto sia speculazione e quanto invece reale investimento, perché siamo in un periodo in cui ci sono forti oscillazioni sia sui prezzi energetici sia su quelli delle materie prime». Ma quindi al cittadino conviene affidarsi alle banche per fare interventi green? «Per i singoli si tratta sempre di bonus e ora siamo in una fase molto confusa: il governo ha tagliato le gambe alla cessione del credito quindi in questo momento solo chi ha sua liquidità fa intervento, l’accesso al credito ha condizioni proibitive – valuta Scaramella -. Non sarò mai io a disincentivare l’efficienza energetica, ma attenzione, occorre fare una valutazione complessiva di quale è l’incentivo disponibile e in questo momento ci son o troppe incertezze perchè continua a cambiare il quadro normativo».

Ma in questo periodo si è aperto anche un ulteriore scenario, che è quello della grosse realtà, che sono obbligate dalle normative a fare investimenti per ridurre le emissioni: «I distributori di gas e energia elettrica con più di 50mila utenze devono per forza ridurre proprie emissioni di gas clima-alteranti di una certa quantità per ogni anno – spiega Scaramella –. Per farlo o intervengono sul proprio patrimonio (centrali, edifici), o fanno interventi su edifici altrui, o comprano certificati bianchi cui sottende la logica che se la grande azienda ha raggiunto il massimo, non può ulteriormente efficientare, e paga qualcuno che fa efficienza su casa sua. Questo dal punto di vista ambientale globale è buono. Il pericolo speculativo c’è, perché c’è una borsa dei certificati bianchi, regolata dalle leggi del mercato: nel momento in cui molti hanno bisogno di certificati bianchi e nessuno ha realizzato interventi il prezzo sale. Da questo punto di vista c’è una componente potenzialmente speculativa perché nel momento in cui lo metto sul mercato potrebbe scollegarsi il valore del mio kilowattora risparmiato da quello che è ciò che viene pagato». 

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