di MARIO MATTEI

Mobilità e futuro. Brescia progetta il cambio di passo

Altri temi 20 dic 2022
Il progetto del tram porterà a Brescia una nuova linea di trasporto pubblico in città: nel 2029 il cantiere dovrebbe essere completato Il progetto del tram porterà a Brescia una nuova linea di trasporto pubblico in città: nel 2029 il cantiere dovrebbe essere completato

I bresciani si muovono. Questa è una certezza: Brescia non sta ferma. «Muoviti fuori» si dicono i bresciani, quasi sempre con quell’espressione dialettale che è anche il certificato di un Dna operativo, pratico, concreto, improntato sulla filosofia del fare. Quindi: la mobilità, i progetti relativi e la necessità di essere connessi al meglio all’interno di una provincia che è il «motore» d’Italia, all’interno di un territorio che vale da solo il Pil di mezzo Paese.

Il cantiere che al momento indica in maniera più evidente questa intenzione è quello della TAV. Un percorso da 124 chilometri (quello da Brescia a Vicenza) che al termine del suo cammino avrà attraversato 33 Comuni, 5 province e due regioni per un investimento complessivo ad oggi di 7,4 miliardi di euro, finanziati (anche) grazie ai fondi del Pnrr: l’obiettivo è completare l’opera per il 2026. In questi mesi chi si trova a passare lungo la A4 una volta arrivato nella zona tra Desenzano e Lonato può osservare come il panorama sia decisamente cambiato: l’autostrada è fiancheggiata dall’enorme cantiere, che ogni giorno avanza inesorabile, si ingrandisce e soprattutto si fa sempre più esteso man mano avanza. Un cantiere più che complesso, che presenta diverse criticità alle quali di volta in volta si danno risposte; non mancano disagi nei paesi limitrofi, per tutti i lavori complementari; ma, assicura la direzione lavora, i vantaggi alla fine dell’operazione saranno evidenti per tutti, anche per il trasporto locale. Resta l’attesa per capire quando sarà pronto il progetto definitivo per la realizzazione del tratto ferroviario in uscita dalla città. Un’altra maxi-opera, che ancora non ha preso il via come cantiere ma che almeno sulla carta pare essere ormai definita, è il tram elettrico cittadino: in questo caso l’obiettivo è fissato al 2029 e il progetto prevede la realizzazione di una linea che collegherà la Pendolina alla Fiera passando per il centro storico e la stazione, lungo un percorso di 11,6 chilometri con 24 fermate, che coprirà importanti zone della città oggi non servite dalla metropolitana e che intercetterà in zona Fiera il traffico automobilistico proveniente dai quadranti sud-ovest della provincia. Sono previsti 18 convogli, lunghi 32/35 metri, con una capienza di 220/250 passeggeri e una velocità commerciale di 18 km/ora, con frequenze, nelle ore di punta, di 6 minuti. Questi i due progetti più importanti per i prossimi anni, ma non mancano le fragilità, come evidenziato anche dall’ultimo incidente ferroviario a Iseo. Proprio la linea Brescia-Iseo-Edolo è interessata dal progetto del treno ad idrogeno, che però a dire la verità è ancora molto lontano dalla sua definizione anche soltanto in fase di progetto definitivo. Ma a questo punto l’incidente del 10 dicembre ha messo in evidenza un altro aspetto: senza una manutenzione puntuale non si va da nessuna parte. E pare che sotto questo aspetto le carenze negli anni non siano state da poco: sono stati gli stessi sindaci della zona a sottolinearlo. E così da qui al treno all’idrogeno per adesso di chilometri ne mancano ancora molti.

Molte criticità si verificano quotidianamente anche sul trasporto provinciale su gomma: il Covid ha messo in risalto tutto questo, che in ogni caso era già ben conosciuto dagli utenti. Tra corse saltate, ritardi e proteste, servirebbe mettere mano davvero a tutto il sistema: la carenza di fondi si fa certamente sentire, e questo rende ancora più urgente l’esigenza di ripensare il quadro in maniera complessiva. Altrimenti, è quasi certo che le situazioni di disagio continueranno a ripetersi. Non mancano però le nuove frontiere, la più importante e attuale delle quali è certamente quella del trasporto con l’elettrico. In città è ormai tutto pronto per l’installazione ad ampio raggio (4-5 per ogni quartiere) di colonnine per la ricarica delle auto: il mercato in espansione consiglia di muoversi in questa direzione, e lo sforzo del Comune pare essere ben indirizzato. Così come l’intenzione di continuare ad investire sulle ciclabili, sia da parte della Loggia che del Broletto, è un impegno che non viene mai meno: nei prossimi anni saranno avviati nuovi cantieri, ma sarà fondamentale avere sempre come bussola l’aumento della sicurezza degli utenti deboli della strada, spesso e volentieri maltrattati e considerati niente più che uno «zero» dagli automobilisti. E gli altri capitoli? In ordine sparso: breve partirà il cantiere per il nuovo parcheggio di interconnesione metro al Villaggio Prealpino, mentre per adesso pare essere niente più di un «grande sogno» il prgoetto della metro fino ai Tormini da Brescia; mentre per il trasporto su acqua importante sottolineare come Navigarda sia al lavoro per dotarsi presto di mezzi ibridi. Insomma, sono tante le sfide in gioco, le sfide per avere un sistema di trasporti sempre più sostenibile: e Brescia, con una circolazione di uomini e merci così capillare, dovrà farsi trovare pronta per vincere queste sfide. Il futuro non aspetta, il futuro è già qui: e quindi, sicuramente, bisogna «muoversi fuori».

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